ROMA – “Il governo deve ancora discutere della cifra esatta per aumentare i fondi per lo spettacolo (Fus)”. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha poi aggiunto:”La richiesta è di 60 milioni di euro, spero di poter puntare verso quel traguardo, ma non a quel traguardo”.
Si profila, quindi, un ripensamento del governo sui tagli e il mancato reintegro dei fondi al Fus dopo la lettera del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dopo la protesta dei lavoratori del mondo dello spettacolo. Attori, registi, macchinisti, nomi eccellenti, tra cui Verdone e Moretti, ma anche sconosciuti lavoratori della cultura e dello spettacolo erano scesi in piazza. Chiedevano almeno 60 milioni di euro, una cifra decisamente lontana dagli 8 milioni che nel decreto anticrisi si prevedeva di incassare attraverso l’utilizzo della cosiddetta porno-tax.
Oggi una prima risposta, arrivata nel corso di una conferenza stampa al ministero dei Beni culturali dove con il ministro Sandro Bondi e il nuovo direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale Mario Resca, Berlusconi ha presentato le direttrici fondamentali della riforma del ministero. “Tremonti non è un mostro – ha esordito il presidente del Consiglio. “Anche a lui piacerebbe dire di sì. Dire no è difficile, ma non è lui, è la realtà dei conti che si impone”.
Rispetto al fondo unico per lo spettacolo sul quale il ministro Bondi aveva chiesto delle rassicurazioni il premier ha poi detto: “Cercheremo di aumentare i fondi per l’anno prossimo, spostandoli da altri capitoli di spesa. La somma verso cui si tenderà per quanto riguarda il Fus è di 60 mln di euro”.
Soddisfatto l’attore e deputato Pdl Luca Barbareschi: “Il premier Berlusconi non è rimasto insensibile al nostro appello in favore della cultura italiana. Anticipando che le risorse per lo spettacolo saranno reintegrate attraverso un decreto il premier assicura un po’ di respiro a tutto l’indotto, in attesa di una grande riforma che affronti il tema del più equo collocamento delle risorse e della loro destinazione alle aziende che nel settore si dimostreranno più virtuose, ma anche il tema dell’affrancamento della cultura dalla politica, oggi più che mai indispensabile”.
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