2.600 persone provenienti da 20 paesi africani sottoposte con buon esito ad intervento chirurgico, con un indice di mortalità ospedaliera veramente basso, intorno al 3%. Sono i dati entusiasmanti di tre anni di attività del Centro di Cardiochirurgia di Salam, nel Sudan. E adesso l’obiettivo è quello di replicare questo successo, promuovendo su tutto il territorio africano strutture sanitarie realizzate sul modello del Centro di Salam, costruito con il supporto di Emergenzy.
Il primo passo è già stato compiuto, quando il Consigliere del Ministro del Sudan ha reso noto che il paese finanzierà la costruzione di un ospedale d’eccellenza in Ciad; fatto, questo, che assume un’importanza rilevante considerando la situazione di conflittualità fra i due stati, in guerra sì, ma capaci di collaborare in materia di sanità.
Intanto, anche altri otto paesi africani (Repubblica Centrafricana, , Gibuti, Egitto, Eritrea, Etiopia, Sierra Leone, Somalia e Uganda) continuano a lavorare per realizzare una rete regionale di centri medici di prima qualità, ancora una volta ispirandosi al modello di quello di Salam.
Fonti: Emergency
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