Il Viceministro allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Paolo Romani, ha disegnato un Decreto Legge che riforma in modo radicale la legislazione del sistema audiovisivo. Il Decreto è stato ideato per recepire la direttiva 2007/65/Ce. La legge è volta a regolare l’intero mondo dei media, televisione, internet, pubblicità e cinema indipendente. Prevede che chiunque voglia pubblicare trasmissioni audiovisive via streaming, dovrà preventivamente chiedere un’autorizzazione ministeriale, e che per garantire la tutela del copyright i provider come Google e Youtube avranno l’obbligo di rimuovere dal web quanti hanno pubblicato materiale senza aver rispettato la normativa sul diritto d’autore. In caso di mancata rimozione incorrerebbero in multe fino a 150mila euro. Le compagnie di telecomunicazioni (internet service provider), avranno l’obbligo di collaborare con le autorità alla segnalazione di quanti condividono file illegali, e potranno ricorrere alla disconnessione forzata. Si sta anche valutando l’opportunità di istituire il pagamento di un canone fisso per l’ utilizzo della rete. La normativa in vigore per i telegiornali verrà estesa anche ai notiziari web, che dovranno effettuare rettifiche in caso di diffusione di false o erronee informazioni. Alla Agenzia per le comunicazioni e più nello specifico al Garante per le comunicazioni è affidato il compito di redigere il regolamento di tutela del Copyright, ed il potere di vigilanza e controllo sul rispetto dello stesso. L’Agenzia sarà costituita per nomina politica. Contro il sovraffollamento pubblicitario è stato fissato un tetto limite per le PayTV. Il limite è rivolto unicamente alle televisioni a pagamento, fatto che andrà ad avvantaggiare la televisione pubblica e quella privata gratuita come Mediaset, che assorbirà gli sponsor in eccesso delle PayTV come Sky.
Sono state inoltre eliminate norme a tutela del cinema e delle fiction indipendenti. Il Decreto, in conformità a quanto previsto per il recepimento di direttive comunitarie, non avrà l’obbligo di essere sottoposto all’approvazione parlamentare. A parere di molti il Governo ha utilizzato la direttiva 2007/65/Ce come escamotage per inserire delle norme ulteriori, rispetto a quanto originariamente previsto, evitando la supervisione delle commissioni parlamentari. “Chiediamo al Governo di ritirare quelle parti della legge delega che non hanno attinenza e quelle che sono in contrasto con la direttiva dell’Ue. Con questo provvedimento si sfrutta la stessa direttiva per avvantaggiare Mediaset e colpire tutti gli altri potenziali concorrenti”, queste le parole del capogruppo della Commissione vigilanza Rai, Roberto Rao, Udc. Ma ad essere preoccupati dal Decreto Legge, sono in tanti, non è solo l’Udc o i partiti dell’opposizione ma anche i tanti Blog, WebTv e Notiziari che potrebbero soccombere sotto il peso di questa legge.
Fonte ilmessaggero.it,Www.in-dies.info, http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/, beppegrillo.it,
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