Da un’inchiesta di Federspecializzandi emerge un quadro allarmante sulla qualità della formazione dei nostri specializzandi in Medicina. Secondo il rapporto, 22mila giovani sarebbero oggi “dimenticati o abbandonati”: la notte costretti a gestire da soli reparti interi senza la supervisione dei tutor, il giorno privi di compiti effettivi. Non si rispettano i regolamenti, l’attività didattica è scarsa, quella clinica non viene svolta con regolarità né nelle giuste modalità. Paradossalmente, insomma, gli specializzandi imparano poco pur lavorando molto più di quanto sarebbe previsto. A preoccupare maggiormente è il settore della Chirurgia. La metà degli intervistati, infatti, confessa di occuparsi esclusivamente di interventi minori, tant’è vero che sette allievi su dieci bocciano alla pratica. Neanche l’uso di simulatori è diffuso nelle scuole, ma fortunatamente la maggior parte di esse offre la possibilità di portare a termine la formazione all’interno di strutture private, dotate di macchinari all’avanguardia, e anche all’estero. Il numero dei giovani medici che optano infine per lavorare all’interno di cliniche private, oppure in paesi stranieri, però, cresce. E questo è un dato scoraggiante per la Sanità pubblica italiana.
Fonte repubblica.it
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