Tra le cause del cambiamento climatico, i combustibili fossili sono al primo posto. Ma, secondo gli scienziati Robert Goodland e Jeff Anhang, autori di “Livestock and Climate Change”, pubblicato sull’ultimo numero dell’autorevole “World Watch” magazine, almeno metà dei gas serra prodotti dall’uomo deriverebbero dagli allevamenti di bestiame. Se questo è vero, allora sostituire i prodotti di origine animale con delle valide alternative, costituirebbe la migliore strategia per far fronte al problema del cambiamento climatico. Già nel 2006 una ricerca della FAO stimava che bovini, bufali,pecore, capre, cammelli, cavalli, maiali e pollame fossero responsabili del 18% delle emissioni. Enormi quantità di CO2, però, allora, erano state omesse o assegnate ad altre categorie. Considerando, invece, l’intera catena che porta gli animali dagli allevamenti fino alle nostre tavole, si raggiungerebbe una percentuale del 51%, ovvero 32.564 milioni di tonnellate di anidride carbonica emessa ogni anno. La salvezza del pianeta Terra, dunque, dipenderebbe dalla nostra decisione di sostituire i prodotti animali con quelli a base di soia o di altre colture vegetali. Un’inversione delle nostre abitudini alimentari, quindi, potrebbe avere effetti molto più rapidi sulle emissioni di gas serra e sul cambiamento del clima, di qualsiasi altro tipo di iniziativa orientata a rimpiazzare i combustibili fossili con energia rinnovabile. Questa trasformazione culturale, che, secondo gli autori dell’articolo, porterà sui nostri piatti alimenti più sani e convenienti, non sarà possibile senza il sostegno di politiche ad hoc.
Fonte worldwatch.org
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