Brenda, il trans brasiliano coinvolto nel caso del ricatto ai danni dell’ex governatore della Regione Lazio Marrazzo, è rimasto ucciso in un rogo sviluppatosi a partre dalle 4.16 di questa mattina nell’appartamento in cui abitava, un seminterrato in via dei Due Ponti 180. La vittima, trovata carbonizzata ma senza segni evidenti di violenza, è stata identificata dalla persona che ha lanciato l’allarme ai vigili del fuoco. La polizia scientifica della Questura di Roma sta eseguendo rilievi e accertamenti: per una conferma definitiva sull’identità si attende l’esame autoptico. Brenda aveva dichiarato il 2 novembre scorso di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al sostituto Rodolfo Sabelli di non avere niente a che fare con l’ex governatore della Regione; il 9 novembre era poi stato aggredito e ferito al volto, e in quell’occasione qualcuno si era impossessato del suo cellulare. Alcuni trans che la conoscevano suggeriscono che la vittima fosse depressa avesse tendenze suicide: vicino al suo corpo seminudo, giaceva una bottiglia di whisky. Un trans di nome Barbara parla di omicidio e fa riferimento al comportamento minaccioso e discriminatorio dei romeni della zona. Forse, invece, Brenda stava per partire, essendo state trovate nella sua casa delle valigie pronte. Luca Petrucci, legale di Piero Marrazzo, ipotizza che stia venendo a galla una dinamica simile a quello della Uno Bianca, in cui si mira sistematicamente a eliminare i testimoni, e propone di rimettere sotto protezione Natalie, il trans che fu sorpreso con Marrazzo. Lo scorso settembre era deceduto in condizioni sospette, in seguito a un arresto cardiaco, il pusher Gianguarino Cafasso, probabile autore del filmato di via Gradoli. Anche su questa morte poco chiara è in corso una serie di accertamenti tossicologi.
Fonte corriere.it
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