Fuori orario, come spesso accade ai treni italiani. Fuori orario, come l’ultimo libro di Claudio Gatti.
Esiste un nesso profondo tra queste due realtà, perché la pubblicazione di Gatti, uno dei più audaci giornalisti d’inchiesta del nostro paese, è dedicata proprio alla situazione di sfacelo delle Ferrovie dello Stato. Dove il “fuori orario” è soltanto la punta dell’iceberg, perché, accanto ai frequenti ritardi, ci sono scarse condizioni igieniche, guasti, negligenze nella manutenzione, nonché gare di appalto truccate, agevolazioni per amici e conoscenti, licenziamenti ambigui per chiunque provi ad opporsi. Un vero e proprio dossier d’inchiesta, corredato di testimonianze e documenti, pubblicato sei mesi fa dalla casa editrice Chiarelettere. Ma intanto il nemico, anzi, i nemici, il gruppo FS e l’amministratore delegato Mauro Moretti, preparavano la loro vendetta, che è arrivata, inesorabile, nella giornata del 18 Maggio, quando Claudio Gatti e il suo editore Lorenzo Fazio si sono visti notificare una richiesta di risarcimento di 26 mioni di euro.
Fazio, che come Gatti sarà difeso dall’Avvocato Caterina Malavenda, ha commentato con amarezza la circostanza: “Una richiesta di 26 milioni di euro a una piccola casa editrice che ha un capitale sociale di 100.000 euro equivale ad una minaccia di chiusura.”
Claudio Gatti, poi, precisa che nonostante l’atto di citazione sia un documento di ben 67 pagine, neanche una di queste mette in dubbio la veridicità delle sue affermazioni, e questo perché non è possibile contestare fatti che trovano conferma in una nutrita documentazione. Tutta la contestazione si incentra sul fatto che i problemi da lui raccontati non potrebbero essere attribuiti a Moretti, in quanto amministratore delegato soltanto dal 2006; ma, Gatti sottolinea, quest’ultimo ha sempre ricoperto ruoli chiave all’interno delle Ferrovie.
Difficile non ricollegare in qualche modo la causa intentata al fatto che proprio in questo periodo si discute della sorte di Moretti all’interno del gruppo.
Fonti: Pressante
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