Per tutti i detrattori dell’arte contemporanea è venuto il momento di arrendersi e ammettere che, anche se non la comprendono, almeno è utile, e non mi riferisco ad un’utilità astratta, al beneficio e al piacere di un’opera d’arte che fa bene al cuore e all’anima, ma ad una funzione ben concreta.
Il fautore di questa rivoluzione è un artista berlinese Jon Varnman, che ha iniziato la sua avventura proprio in Italia e più precisamente a Bocchignano, frazione di Montopoli di Sabina, che è stata la sede della sua prima istallazione e che ha visto effettuare restauri sui monumenti cittadini con i lego.
Dall’ Italia Varnman ha poi spostato le sue istallazioni a Tel Aviv, a Berlino, dove i lego hanno riempito le crepe provocate dai bombardamenti, un po’ di colore per cancellare le grigie della storia, per approdare, infine, a New York dove le sue opere si mettono a disposizione dell’amministrazione pubblica per riparare le numerose spaccature che “decorano” i palazzi della città.
È presto per dire se il tempo, o meglio gli appassionati di lego che magari ne sottrarranno qualche pezzo, darà ragione a quest’artista e farà funzionare la sua performance come alternativa all’utilizzo dello stucco, ma questo è sicuramente un messaggio forte delle nuove generazioni di artisti che cercano nuovi spazi e nuove forme per farsi conoscere e rendere l’arte fruibile a tutti.
Fonti: Gestalten
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