Dallo Utah sta partendo una corsa ai ripari per salvaguardare, dicono i rappresentanti politici implicati, il potere d’acquisto dei cittadini. Entrando più nel dettaglio si tratta di una proposta di legge approvata quasi in via definitiva, volta ad immettere nel mercato una valuta statale alternativa al dollaro (in monete d’oro e d’argento), sebbene la Costituzione degli Stati Uniti vieti ai singoli Stati di battere moneta. Visto che i metalli preziosi hanno mantenuto il loro potere d’acquisto, alcuni esponenti del Tea Party hanno pensato di porre rimedio alla continua svalutazione del dollaro attraverso questa misura. La proposta ha già fatto il giro di numerosi Stati, che hanno presentato analoghe leggi ai rispettivi parlamenti. Sembra proprio che gli Usa vogliano fare un passo indietro di ben 40 anni, fino al 1971 infatti, il valore di ciascuna moneta veniva stabilito in base alle riserve d’oro detenute da ciascuno Stato, vigeva il Gold Standard, nel 1971 a causa di una crisi economica internazionale si passa invece al Dollar Standard, misura che ha inevitabilmente ha accelerato la crescita del tasso di inflazione della moneta americana. “Per tornare ad un sistema monetario sano, non c’è via migliore che restituire il potere monetario ai singoli Stati” ha dichiarato l’avvocato Larry Hilton che sembra avere molti sostenitori, infatti ad aver presentato disegni di legge analoghi sono già: il Colorado, la Georgia, il Montana, il Misuri, l’Indiana, l’Iowa, New Hampshire, Oklaoma, South Carolina, Tennessee, Vermont e Stato di Washington.
Fonte: peacereporter.it
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