Gli Indignati si preparano a scendere in piazza anche oltreoceano. Dopo Grecia, Spagna Islanda e Israele (in Italia debutteranno il 10 settembre a Roma), il 17 settembre sarà il turno degli Stati Uniti. Il luogo scelto per la prima protesta è più che simbolico: Wall Street, la strada in cui ha sede la borsa di New York.
L’appello alla mobilitazione, lanciato a luglio dallo storico collettivo di ‘artivisti’ no-global di Adbusters e rilanciato il mese scorso dagli ‘hacktivisti’ di Anonymous, punta niente di meno che a ‘occupare Wall Street’ con una tendopoli permanente presidiata da ventimila manifestanti decisi a resistere, pacificamente, a ogni tentativo di sgombero. Una protesta che si presenta esplicitamente come ‘rivoluzionaria’ e continuatrice del movimento antiglobalizzazione nato alla fine degli anni ’90. “È giunta l’ora di dispiegare questa strategia emergente – continua l’appello originario di Adbusters – contro il più grande corruttore della nostra democrazia: Wall Street, la Gomorra finanziaria d’America. Il 17 settembre vogliamo vedere 20mila persone riversarsi a Lower Manhattan, tirare su tende, cucine, barricate pacifiche e occupare Wall Street per qualche mese. Una volta lì, ribadiremo incessantemente un’unica, semplice, rivendicazione in una pluralità di voci. Chiederemo a Barack Obama di istituire una commissione presidenziale incaricata di porre fine all’influenza esercitata dal denaro sui nostri rappresentanti a Washington. È tempo di democrazia e non corporatocrazia, o per noi sarà la fine”. “‘Occupa Wall Street’ – si legge su Facebook- è un movimento di resistenza ‘open source’, senza leader, fatto di persone di ogni colore, sesso e ideologia politica.
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