• Novembre 3, 2024 11:10 pm

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Dolori alle articolazioni e affaticamento, in alcuni casi talmente accentuati da portare a invalidità pressoché totale. Sono le conseguenze dell’artride reumatoide, malattia autoimmune per la quale ancora non esistono terapie in grado di garantire guarigione completa, sebbene per fortuna vi sono cure che possono assicurare una buona gestione dei sintomi.

Ma, quando si dice prevenire è meglio che curare, gli studi attestano che almeno la metà dei casi  potrebbero essere evitati con un semplice accorgimento: evitare di fumare. E già, perché oltre a provocare i noti danni all’apparto respiratorio e broncopolmonare, il fumo risulta essere responsabile anche dell’Ar. Una ricerca finanziata dall’Ue, che già in passato aveva evidenziato l’interazione del fumo con i geni responsabili dell’Artride remautoide, ha oggi confermato quei dati, rilevando peraltro che nei soggetti geneticamente predisposti all’Ar che fumano, il rischio di sviluppare la malattia può salire fino al 55%.

Sottoponendo a studio due gruppi di persone, uno di fumatori e l’altro di non fumatori, gli esperti hanno costatato in chi fuma un maggior tasso di incidenza di anticorpi anti proteine/peptidi citrullinati, ovvero quelli collegati all’Artride reumatoide. Sembra, inoltre, che in coloro che hanno smesso di fumare, si può osservare una diminuzione del rischio direttamente proporzionale al tempo di astinenza dal fumo; chi, però, in passato era fumatore incallito mantiene anche dopo ventenni dall’ultima sigaretta un livello più alto di rischio rispetto agli altri.

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