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Cosa pensereste se svegliandovi una mattina scopriste che il vostro corpo si è rimpicciolito fino alle dimensioni di una bambola? Potreste pensare di essere normali mentre tutti gli altri sono diventati enormi, o di essere piccolissimi. La domanda è: in che modo le dimensioni del nostro corpo influenzano il modo in cui vediamo il mondo? Alcuni ricercatori in Svezia si sono confrontati con questo interrogativo e hanno ottenuto dei risultati. Pubblicato sulla rivista PLoS ONE, lo studio è stato in parte finanziato da una sovvenzione del Consiglio europeo della ricerca (CER) nell’ambito del Settimo programma quadro (7° PQ) dell’UE.
Secondo la teoria classica percepiamo le dimensioni e la distanza come un prodotto di come il cervello interpreta diverse informazioni visive quali le dimensioni di un oggetto sulla retina e il modo in cui questo oggetto si muove attraverso il campo visivo. Alcuni esperti credono che questo sia vero anche per le dimensioni del corpo e la sua relazione con la percezione. Secondo loro, più si è alti e più le distanze appaiono piccole.
I ricercatori del Karolinska Institutet hanno messo alla prova queste ipotesi e hanno esaminato come le persone vivrebbero l’esperienza di un corpo molto piccolo o molto grande in laboratorio.
Dopo essere riusciti a creare l’illusione di uno scambio di corpo con altre persone o con manichini, il team del Karolinska ha usato le stesse tecniche per creare l’illusione di avere un corpo più grande o più piccolo di quello reale. I soggetti hanno vissuto l’esperienza di un corpo di bambola (80 o 30 centimetri) e di un corpo gigante (400 cm). Il loro lavoro dimostra come le dimensioni del nostro corpo influenzano la percezione che abbiamo dello spazio che ci circonda.
“Corpi piccoli percepiscono il mondo come se fosse enorme e vice versa,” spiega il Dott. Henrik Ehrsson del Laboratorio del cervello, del corpo e della persona, Dipartimento di neuroscienza, Karolinska Institutet.
Il team ha valutato la percezione alterata dello spazio chiedendo ai partecipanti allo studio di fare una stima delle dimensioni di vari blocchi e poi di camminare verso i blocchi con gli occhi chiusi. Quando i soggetti credevano di avere un corpo piccolo, sovrastimavano le dimensioni e la distanza. Quando credevano di avere corpi grandi avveniva l’opposto.
I ricercatori sottolineano che una delle strategie usate dal cervello per valutare le dimensioni consiste nel confrontare due oggetti; per esempio un corpo e un albero (che stanno fianco a fianco). Ma quando i soggetti provavano un senso di padronanza di corpi artificiali, l'”effetto delle dimensioni corporali” era maggiore, dicono.
“Anche se sappiamo quanto sono grandi le persone, l’illusione ci fa percepire gli altri come se fossero giganti; è un’esperienza molto strana,” continua il Dott. Ehrsson.
La ricerca rivela inoltre come le probabilità di creare un’illusione di scambio di corpi con corpi notevolmente piccoli o grandi sono alte. Questo effetto potrebbe avere applicazioni pratiche a lungo termine.
“È possibile, in teoria, produrre un’illusione di essere un robot microscopico che può effettuare operazioni nel corpo umano o un gigante che ripara una centrale nucleare dopo un incidente,” spiega il Dott. Ehrsson.
Secondo i ricercatori questi risultati sono “di fondamentale importanza perché suggeriscono una relazione causale tra le rappresentazioni dello spazio corporale e dello spazio esterno. Quindi, il nostro corpo influenza il modo in cui percepiamo il mondo”.

Fonte: cordis.europa.eu

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