• Dicembre 13, 2024 12:41 pm

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Una nuova speranza contro gli effetti delle radiazioni

Eva Guinan ematologa alla Harvard Medical School di Boston insieme a dei colleghi ha scoperto una sorta di cura post radiazioni. La scoperta è molto importante perché i farmaci esistenti agiscono solo se somministrati prima dell’esposizione o durante, ma ovviamente nel caso di un incidente, come quello alla centrale di Fukushima, le persone non potrebbero essere protette. Il trattamento consiste nella somministrazione fino a 24 ore dopo l’esposizione di una proteina (detta BPI) prodotta anche nel sistema immunitario insieme ad una sostanza antibiotica chiamata Fluoroquinolone. I ricercatori non sanno perché l’uso congiunto di queste sostanze sia efficace tuttavia dall’esperimento hanno ottenuto buoni risultati. Le leggi ovviamente vietano di effettuare esperimenti radioattivi sugli esseri umani, e fra gli animali consentiti gli scienziati hanno deciso di testare le due sostanze su alcuni topi da laboratorio: del primo gruppo esposto alle radiazioni e non sottoposto ad alcun trattamento non ne è sopravvissuto nessuno; il secondo gruppo, al quale dopo l’esposizione, è stata somministrata la BPI  non ha ricevuto alcun beneficio; mentre del terzo gruppo trattato sia con BPI che con Fluoroquilone sono sopravvissuti tutti fino a 30 giorni dopo l’esposizione. Gli scienziati hanno inoltre notato che il composto ha aiutato la rigenerazione delle cellule del midollo osseo, generalmente distrutte dall’esposizione alle radiazioni.

Fonte: Nature.com

 

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