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Aperti nuovi interrogativi circa l’origine degli abitanti dell’Isola di Pasqua

L’Isola di Pasqua, conosciuta anche come Rapa Nui, è stata per lungo tempo al centro di un acceso dibattito riguardo la provenienza della civiltà che l’ha colonizzata. L’isola si trova nell’Oceano Pacifico a circa 3.200 Km dalle coste dell’attuale Cile e a circa 4000 Km a nord delle isole della Polinesia. Fu colonizzata in due ondate successive a cavallo fra il 900 e il 1100 d.C., per questo le prime ipotesi sull’origine dei suoi colonizzatori tendevano a ritenere che fossero in parte provenienti dalle coste del Sud America ed in parte dalle isole dell’Asia orientale. Nel 1990 vennero fatte delle analisi genetiche sugli scheletri dell’epoca, che portarono a concludere che i primi abitanti fossero di origine polinesiana. Tuttavia un recente studio condotto dall’immunologo Erik Thorsby dell’Università di Oslo, ha gettato nuovi interrogativi su un possibile incontro dei due popoli. L’equipe è andata alla ricerca di marcatori genetici che  indicassero un’unione con le popolazioni Sud americane, e in effetti sono stati rinvenuti dei cromosomi trasmessi all’individuo da parenti prossimi, propri dei nativi americani.

La nuova teoria vuole che gli indigeni dell’Isola di Pasqua siano riusciti, intorno al 1400-1500, a navigare verso le coste del Sud America, tornando in compagnia di alcuni nativi americani. L’ipotesi è supportata dal fatto che all’arrivo degli europei, i polinesiani venivano trasportati in America e fatti schiavi. Però, spiega il Professor Terry Hunt dell’Università di Manoa alle Hawaii, non è possibile stabilire con certezza quale sia la verità  perché i due fenomeni sono avvenuti in un lasso temporale molto ravvicinato.

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