• Ottobre 4, 2024 12:46 pm

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Immagine di repertorio
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Il 27 Gennaio del 1945  finì l’orrore di Hausfitz, gli ebrei superstiti chiusi nel campo di concentramento furono liberati; oggi, 65 anni dopo, si commemorano le vittime dell’olocausto, una giornata per non dimenticare. Eppure chi dimentica c’è; sono comparse sui muri romani scritte antisemite, episodio di per sé grave, reso ancor più agghiacciante dal fatto che si è verificato dinnanzi a quello che fu uno dei luoghi della tortura, poi trasformato in Museo della Liberazione. L’istituzione, con sede in via Tasso, svolge un importante lavoro di ricerca e documentazione, ma è particolarmente attivo anche nel campo dell’educazione, con progetti volti alla sensibilizzazione dei giovani su questa triste pagina della storia.
Il presidente del Museo, Prof. Antonio Parisella, ribadisce con fermezza l’impegno che da anni muove la sua cerchia di collaboratori, che non si fermerà certamente di fronte a quanto è accaduto; tuttavia lancia una richiesta di maggior collaborazione da parte delle istituzioni. L’auspicio è che si possano attivare sistemi di controllo che permettano di visionare in tempo reale quanto avviene nei pressi dell’edificio, già in passato vittima di violenti attacchi.
Intanto già sentitissima la partecipazione delle associazioni della Resistenza  e dei perseguitati politici, che hanno indetto una manifestazione davanti al museo.

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