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Forse non ve ne siete accorti, ma a detta di molti studiosi siamo ormai entrati, e non da poco, nell’era antropocenica. Questo termine è stato coniato nel 2000 dal premio Nobel per la chimica, Paul Jozef Crutzen, per indicare la prima fase nella storia in cui l’uomo è in grado di influenzare l’atmosfera e di alterarne gli equilibri.

Per gli affezionati all’olocene, l’epoca in cui viviamo adesso secondo gli studi convenzionali, il cui inizio si fa coincidere con l’ultima fase glaciale, non c’è ancora da preoccuparsi, non sono in molti a sapere di questa nuova classificazione, che, tuttavia, a detta di Claude Lorius, glaciologo francese, dovrebbe entrare nella tavola dei tempi geologici in occasione del VI° Congresso Internazionale di Educazione Ambientale che si terrà a Brisbane, Australia, dal 19 al 23 luglio 2011.

Per dovere di cronaca, anche se il termine non ha più di un decennio, il periodo da cui dovrebbe partire la nuova classificazione è quello che coincide, simbolicamente, con la scoperta della macchina a vapore, 1784; infatti, è da allora che il pianeta, povero lui, deve combattere quotidianamente con le invenzioni non sempre rispettose dell’uomo.

Le “influenze” o meglio “l’inquinamento” che l’uomo è riuscito ad esercitare sull’atmosfera, tanto da far nascere una nuova era, sono da ascriversi, principalmente, alla continua e crescente combustione di fonti fossili a scopo energetico, alla deforestazione tropicale, all’agricoltura industrializzata e all’estensione della zootecnia, tutti fattori che hanno determinato un aumento dei gas serra, in particolare dell’anidride carbonica (CO2) e del metano (CH4), la cui conseguenza è una variazione antropica nell’equilibrio termico.

Altro aspetto che l’uomo è riuscito a modificare del nostro pianeta riguarda le acque dello stesso che diventano sempre più acide poiché con l’aumentare della concentrazione del biossido di carbonio nell’atmosfera aumenta la quantità di ioni idrogenocarbonato presenti nelle acque marine con conseguente abbassamento del loro Ph. Questo fenomeno, solo per citare una delle sue conseguenze, si ipotizza possa essere la principale causa della morte delle barriere coralline.

Sicuramente la lista dei felici cambiamenti che questa nuova era ha portato al pianeta potrebbe continuare ancora a lungo, ma forse è meglio fermarsi qui per il momento e non pensare a come potrebbe chiamarsi l’era successiva, sempre ammesso che arrivi.

Fonti: Le Monde

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