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Non è la pillola del giorno prima, dice Stefano Vella dell’Istituto Superiore di Sanità, ma un farmaco che se utilizzato precocemente può contribuire notevolmente a ridurre la diffusione dell’Hiv. A decretare l’efficacia di questa terapia antiretrovirale sono due trials portati a termine in Kenya, Uganda e Botswana, che sono serviti a dimostrare che i tradizionali farmaci utilizzati per la cura dell’infezione, in soggetti sani che hanno rapporti sessuali a rischio, abbassa dal 60 all’80% le possibilità di contrarre il virus. I farmaci devono essere utilizzati sia dal soggetto sano che da quello malato, nel quale grazie alla terapia il rischio di contagio viene abbattuto del 95%. La cosa più importante, specificano gli esperti, è far comprendere ai malati che la terapia alla quale sono sottoposti non è solo finalizzata a curare loro stessi ma alla salvaguardia  della collettività. Se la terapia antiretrovirale venisse assunta da tutti coloro che hanno comportamenti a rischio si potrebbe abbattere definitivamente la pandemia. La notizia è stata diffusa dall’Università di Washington che ha condotto lo studio, costato ben 63 milioni di dollari, finanziati dalla famiglia Gates.

Fonte: Repubblica.it

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