Sono stati ritrovati 3 anni fa in Sud Africa, un maschio definito Australopithecus sediba vissuto circa 2 milioni di anni fa, e una femmina definita Australopithecus afarensis, la cui specie è vissuta circa 3 milioni di anni fa. Il professor Lee Berger, paleontropologo dell’Università di Witwatersrand, a Joannesburg, che ha fatto la scoperta, ha reso noti i risultati delle ricerche condotte in questi anni sui due ominidi.
Anche se le due creature sono state inserite nella specie Australopiteco, sono in verità due esemplari molto interessanti, che danno informazioni preziose in merito al processo evolutivo dell’uomo. Sebbene abbiano caratteristiche genetiche tipiche delle scimmie, come il cranio ridotto, arti superiori allungati, mani con opponente lungo e dita corte, mostrano in modo più nitido le fasi che hanno caratterizzato il processo di transizione genetica che ha prodotto l’uomo. Infatti nonostante la capacità cranica risulti inferiore a quella umana, la capacità cerebrale è superiore a quella dell’australopiteco, inoltre hanno gambe lunghe e bacino stretto tipici della nostra specie.
Fonte: Ansa.it