• Aprile 19, 2024 7:33 am

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Romalive, il format dei ricordi: La battaglia del professore luigi Di Bella contro il cancro

dibellaTantissimi anni sulla breccia della comunicazione, con tanti ideali: voglia di fare, fiducia nel prossimo, ricerca del bello negli altri, positività, buona fede …. Dopo si scopre il rovescio della medaglia: il cinismo di una parte del popolo italiano. Molti si alzano al mattino per mantenere il “proprio giardino in fiore anche se puzza”. Mentre scrivo ancora non è stato eletto il presidente della repubblica italiana, sicuramente sarà garante di coloro che vogliono mantenere ancora in vita il “proprio giardino che puzza”. Ho lavorato 18 ore al giorno, tantissime persone hanno collaborato con me. Lavoravo pensando ad un mondo che non esiste, lavoravo non soltanto per me, pensavo questo: «solo impegnandomi a creare una società migliore, dove tutti possono convivere in armonia e in pace, anche io potrò vivere bene con me stesso, con la mia famiglia e con il prossimo». Spesso sentivo persone dirmi: «ma perché lo fai?» Non capivo. Ho scoperto in questo viaggio durato 15 anni il volto dell’altro e spesso le sfaccettature che apparivano uccidevano ciò in cui credevo. Venivo dipinto come: idealista, ingenuo, stupido, generoso, troppo buono… ho bevuto pian piano l’amaro calice della vita, così com’è, senza se e senza ma. Ho scoperto il lato oscuro che alberga in ognuno di noi, ho visitato il santuario dell’egoismo, ho, con disgusto, conosciuto il pianeta della perversione, la solitudine e il dolore senza lacrime. Un viaggio nel mondo dell’informazione, nel cuore e nell’animo di un essere a base carbonio chiamato uomo. Oggi guardo il passato attraverso le varie trasmissioni realizzate: un senso di vuoto, misto a disperazione, depressione, con un dolore lancinante, laddove dovrebbe esserci amore per la vita, mi fa compagnia. Il sole non splende più, il cielo non è più azzurro, il mare non più trasparente e la neve non è candida. Ripenso a quanta gente ho incontrato: collaboratori, fornitori, politici, persone comuni, malati, scienziati, uomini di cultura, dottori, avvocati, giudici e penso: chi non butteresti giù dalla torre? Le persone che soffrono, gli ammalati, quelli che non contano… Aveva ragione Gesù. Un viaggio nel passato per capire il presente e cosa è cambiato, sperando che “qualcosa in qualcuno sia cambiato”. Vorrei partire dalla triste storia del professore Luigi DI Bella, uno scienziato attaccato da coloro i quali difendevano con ogni mezzo quel “proprio giardino in fiore puzzolente, anzi putrefatto”. Parlo di cancro e Di Bella si è battuto strenuamente per sconfiggerlo. Ma sapete quali sono stati i suoi peggiori nemici: i politici, i guru dell’informazione e della comunicazione e i suoi “fratelli” ricercatori.  Guarda l’intervista al Professore Luigi Di Bella
Ecco cosa ci disse il professore Luigi Di Bella durante una trasmissione: «La tecnica e l’intuizione su cui mi sono basato per adoperare le sostanze consiste nel fatto che la ricerca ufficiale considera il tumore un cocktail di malattie inguaribili, cioè la medicina e la ricerca non avevano mezzi per portarle a guarigione e tutt’ora i tumori sono considerati malattie inguaribili e l’unico mezzo è la chirurgia, eliminare la parte tumorale e poi si utilizza la chemioterapia che si basa su vecchi concetti immunitari della immunoterapia e cioè “colpire presto, colpire forte”. Purtroppo la chemioterapia uccide cellule malate e cellule sane con un’elevata tossicità per l’organismo. Fino ad oggi sostanze che sappiano aggredire le cellule tumorali uccidendole, lasciando in vita quelle sane e con tossicità nulla o minimale per l’organismo non esiste. Preso atto di questo e dai tanti pazienti morti trattati con chemioterapia con sofferenze indicibili, ho cambiato approccio, con il seguente presupposto: creare le condizioni biologiche tali da impedire l’ulteriore proliferazione delle cellule neoplastiche, senza distruggere le cellule neoplastiche che esistevano prima. Creare un ambiente biologico ostile alla proliferazione delle cellule neoplastiche. Prendendo in considerazione la letteratura esistenze su tutte quelle sostanze che alla minima tossicità accoppiassero la dimostrata capacità di fermare la proliferazione di cellule tumorali o di far regredire la neoplasia. Da ciò sono arrivato alla conclusione che non ci sarà mai una sola sostanza capace di guarire un tumore, ma un complesso di sostanze che agiranno centipetralmente sulla cellula neoplastica e sul meccanismo di innesco della medesima cellula neoplastica. Quindi non una sostanza ma un Metodo. Quindi non ho fatto altro che scegliere sostanze a-tossiche che avessero però effetti distruttivi soltanto per le cellule neoplastiche.»
L’intervista del Professore Luigi Di Bella termina con questa bellissima e triste frase per il genere umano: «ringrazio Dio della sofferenza che mi ha dato perché attraverso la sofferenza ho imparato cosa è la vita». Il Professore Luigi Di Bella era uno scienziato vero e amava il suo prossimo, si impegnava strenuamente per trovare soluzioni “dolci” a malattie terribili, fu oggetto di attacchi incredibili da parte dei politici, giornalisti, scienziati, lacchè del potere, faccendieri, baroni universitari. Spesso parlavano senza nemmeno sapere cosa fosse il Metodo Di Bella. Poi scienziati eminenti hanno utilizzato le sostanze del Metodo Di Bella con minimo dosaggio come prevenzione al cancro: per se stessi e i loro familiari. Si parla di un presidente del consiglio, malato di cancro, che abbia usato il metodo Di Bella senza mai parlarne. Non dimenticherò mai una trasmissione su un’emittente nazionale dove una parlamentare e il presentatore definirono Il Professore Luigi Di Bella “un cialtrone”. Mi documentai e scoprii che oltre ai grembiulini, alle tessere P2, alle campagne elettorali finanziate dalle case farmaceutiche, questi due erano e rimangono dei veri criminali, quali crimini? Crimini contro l’umanità sofferente, il crimine peggiore.

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