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Troppe Proteine mettono reni e fegato a rischio. Oltre il 50% degli italiani segue già una dieta iperproteica

Verona, 20 aprile 2012 – Coloro che hanno una malattia renale o del fegato devono già oggi adeguarsi ad una dieta con apporto proteico accuratamente regolato. Ma anche chi è in buona salute e decide di mettersi a dieta, deve prestare molta attenzione a tutti i regimi alimentari ‘iperproteici’. Una recente indagine nutrizionale dell’INRAN ha mostrato che la popolazione italiana adulta consuma mediamente 1,2 grammi di proteine per chilogrammo corporeo al giorno. Già questo dato porta gli italiani oltre quanto stabilito dalle istituzioni nazionali e internazionali (OMS, WHO) per conservare una adeguata massa proteica, che corrisponde a circa 1 grammo al chilo al giorno delle proteine comunemente reperite nella dieta italiana. Una normale dieta iperproteica, come quella famosa denominata Dukan, supera l’apporto di 2,5 grammi per chilo al giorno, che viene invece considerato dalla maggior parte degli esperti come potenzialmente dannoso per la salute, soprattutto se proseguito per lungo tempo. E’ questo uno degli argomenti affrontati oggi nel corso del 24° Congresso Nazionale dell’Andid, Associazione Nazionale Dietisti Italiani.

“L’eccesso di proteine – spiega il prof. Alberto Battezzati, associato di fisiologia presso l’Università degli Studi di Milano, direttore del Centro Icans per lo studio della composizione corporea – mette a rischio la funzionalità renale ed epatica, soprattutto se il regime alimentare è seguito per lungo tempo, come accade quando è perseguito da coloro che cercano un effetto molto rapido di dimagrimento oppure di aumentare la propria massa muscolare. Si tratta comunque di effetti non duraturi. Per non ritornare alla situazione di partenza, o addirittura peggiore, non si può fare a meno di instaurare un corretto stile di vita composto da una dieta equilibrata e da una corretta attività fisica”.

“Esistono potenziali problemi sia a breve termine che a lungo termine – aggiunge Anna Laura Fantuzzi, dietista membro del consiglio direttivo dell’ANDID – ma purtroppo questo tema è stato ben poco affrontato scientificamente ed è stato oggetto di un dibattito ideologico che non ha consentito di affrontare serenamente i dati oggettivi. Oggi iniziamo questo percorso nel nostro congresso”.

“Un dato certo – continua il prof. Battezzati – è che coloro che già sono predisposti anche senza saperlo a patologie renali o epatiche, con una dieta marcatamente proteica rischiano di scompensarsi, cioè rendere evidente ed acuta la propria malattia latente. Inoltre non è assolutamente provato che mangiare più proteine significa accumulare più massa muscolare, perché la maggior parte di proteine in eccesso non viene incorporata in nuove proteine, ma finisce con l’ossidarsi o disturbare il metabolismo di certe sostanze come alcuni neurotrasmettitori che sono coinvolti in delicate funzioni fisiologiche prevalentemente legate al funzionamento del sistema nervoso. Ma gli effetti più subdoli e maggiormente discussi sono quelli a lungo termine, sempre principalmente a carico dei due organi – fegato e reni – che sono coinvolti nella detossificazione dall’eccesso di azoto che viene dalle proteine, mentre dati controversi esistono sulla salute delle ossa. Di fatto noi sappiamo che le persone più longeve sono quelle che nel corso della loro vita hanno consumato energia e proteine non eccedenti i limiti raccomandati. In assenza su dati definitivi sui danni potenzialmente provocati da eccessivi apporti proteici, dovrebbe prevalere un principio di prudenza”.

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