Il Vesuvio in attività può generare danni incalcolabili, per questo al confronto l’Etna è sempre stato considerato molto meno pericoloso. In realtà però il vulcano è innocuo fintanto che l’eruzione avviene dal cratere principale, ma se dovessero riaprirsi i versanti laterali allora la situazione si farebbe critica. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia proprio in virtù di questa catastrofica ipotesi ha portato a termine una mappatura di tutto il territorio per individuare le aree maggiormente a rischio. Secondo il team di ricercatori i dati indicano che nuove fratture potrebbero generare fiumi di lava con direzione nord sud a circa 2000 m dal livello del mare, ma si potrebbero aprire nuove bocche eruttive anche a 400 m d’altezza con direzione nord est.
Fonte: Focus.com
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