• Aprile 19, 2024 10:22 am

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Potrebbero presto cambiare le procedure diagnostiche per l’identificazione del cancro al polmone. Se allo stato attuale, infatti, il primo passo è quello degli accertamenti radiografici, con una percentuale molto alta di falsi positivi, una recente scoperta potrebbe rivoluzionare il modo di procedere garantendo un minor margine di errore. Gli studi effettuati hanno rilevato che i tumori del polmone interagiscono con i globuli bianchi producendo variazioni nell’espressione genetica; questo significa che potrebbe bastare un semplice esame ematico per rintracciare presenze sospette, e più specificatamente il controllo dell’espressione di 15 geni dei globuli bianchi permetterebbe di distinguere con estrema sottigliezza i noduli maligni da quelli benigni. Ad oggi, infatti, il principale limite delle indagini effettuate attraverso radiografia è proprio l’impossibilità di individuare con certezza i noduli di origine cancerosa dagli altri, il ché costringe il paziente a sottoporsi a ulteriori e più invasivi accertamenti. Agire per mezzo delle analisi del sangue non solo eviterebbe, quindi, inutili interventi chirurgici e biopsie, ma assicurerebbe un risultato diagnostico con un grado di certezza molto elevato.

Molecularlab

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